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venerdì 20 luglio 2012

IL PRIMO RACCOLTO


Ieri ho portato a casa la mia prima cestina di verdura, era molto buona; non è eccesso di orgoglio materno o cosa: era oggettivamente una insalata ben superiore alla media, croccante, saporita... E infatti è stata spazzolata in tre secondi senza nemmeno il bisogno di aggiungere pomodori, semi o salse strane.
Questo è il terzo cestino che l'orto ci offre. In questo istante sono felice ma subito affiora il pensiero di quanta fatica stiamo facendo;
c'è un signore che ci ha detto "l'orto vuole l'uomo morto" e pur usando la tecnica sinergica (quindi non usiamo più attrezzi dal 9 giugno, data di creazione dell'orto), comunque sono miliardi le cose che stiamo o dobbiamo ancora fare.  Non sono solo cose fisicamente faticose (siamo ancora a nemmeno la metà del disboscare il terreno che il comune ci ha affidato) ma ce ne sono anche moltissime  "di concetto": come mettere giù una siepe, cosa piantare per l'autunno/inverno, dove piazzare le erbe aromatiche, come fare con l'acqua... In mezzo a tutto questo le emergenze (che abbiamo scoperto ormai risparmiano pochi orti) appena superata una crisi di pidocchi ora siamo all'allarme pomodori!
Per i pidocchi stavamo per cedere al piretro quando abbiamo visto arrivare le prime coccinelle, in due settimane scarse ci hanno risolto la questione che pensavamo ormai persa (anche i fili d'erba erano pieni di pidocchi); abbiamo dovuto solo aiutare il loro lavoro lavando con il sapone le piante, ma mi domando se magari non serviva nemmeno, secondo me si sarebbero arrangiate.
E qui ecco un'altra cosa da aggiungere alla infinta lista di cose da fare: le casette per gli insetti. Mio Dio, non è mai finita!

Ho imparato che ci sono 4 stadi nel ciclo delle competenze (ecco una cosa imparata dalla Permacultura, vedi corso a settembre), 4 momenti che tutti devono attraversare per imparare qualcosa:


stadio 1: beata ignoranza, quando nemmeno si sa di non sapere come noi prima di diventare custodi di questo orto, gravemente sottostimando le cose da fare.
stadio 2: consapevole incompetenza. la nostra fase, più facciamo più ci rendiamo conto di quello che non sappiamo, travolti da un senso di urgenza (e sottile panico) di fronte a tutto quello che ci aspetta ma anche pronti a studiare (uno di noi è un ormai un provetto entomologo).
stadio 3. Consapevole competenza, quando si inzia davvero a essere sereni, anche se ci sono dei momenti di sconforto e di errori (e di umiltà)  ma accompagnati da successi e dalla consapevolezza che si sa cosa si sta facendo.
stadio 4. Inconsapevole competenza. Quella che hanno alcuni contadini di vecchia data che ormai fanno le cose senza bsiogno di concentrarsi (come mio padre quando compra le piante per l'autunno: successioni, quantità, tempi....tutto è ovvio per lui, o quando taglia un albero con pochi sforzi...). E' la conoscenza che ti permette di fare le cose in maniera totalmente rilassata.

Il rischio di questo quarto stadio è smettere di imparare perchè comunque si è ad un livello molto alto; c'è anche uno stadio 5, dove vi è una riflessione su quello che si sa e su come lo si è appreso, è lo stadio di chi porta innovazioni, di chi è creativo ed è capace anche di trasmettere in maniera efficace le sue competenze.
E questo mi fa pensare a Mattia Pantaleoni che è venuto ad insegnarci a fare un orto sinergico e che a settembre molto probabilmente ci terrà il corso di Permacultura, che è non allo stadio 5 ma è "Lo stadio 5".
Io intanto personalmente  non vedo l'ora di arrivare almeno allo stadio 3, di liberarci di questo senso di urgenza. 
Angelica





2 commenti:

  1. Ciao Angelica, sono venuta una volta a visitare l'orto circa due o tre settimane dopo il corso perché ero curiosa di vedere come crescevano e ho visto l'attacco dei pidocchi neri in pieno....
    Sono contenta che la natura abbia provveduto alla soluzione. Credo che il posto si presta molto bene a questo. Non preoccuparti tanto con la siepe, tutto intorno fa da siepe e contribuisce alla presenza degli insetti utili...Sono contenta che finalmente i frutti si raccolgano.. e non vedo l’ora di iniziare il corso della permacultura con il mitico Mattia.
    Un abbraccio
    Fernanda Posser

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    1. Ti aspettiamo allora (magari con la guava)!
      Non vedo l'ora che sia primavera prossima per piantare i tuoi semi. Grazie ancora.

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