L'Associazione si propone di creare situazioni ed esperienze di “felice
convivenza” fra la terra e i suoi abitanti, ricollegando in maniera
sostenibile i cittadini e le aree verdi urbane (giardini abbandonati,
terreni di risulta, spazi pubblici trascurati...).
Nello specifico l’Associazione si propone i seguenti obiettivi :
· promuovere l'agricivismo a Rovereto, cioè l'utilizzo delle attività
agricole in zone urbane per migliorare la vita civica e la qualità
ambientale e paesaggistica.
· creare e coltivare orti comunitari
nelle aree verdi rimaste libere a Rovereto, come luogo per prendersi
cura della terra e delle persone.
· creare luoghi e occasioni per
scambiarsi pratiche colturali, sperimentando e divulgando metodi e
tecniche in armonia con la terra e con l'uomo.
· esplorare l'idea
della cura del bene comune come strada efficace e piacevole per creare
le condizioni di un benessere allo stesso temo personale e collettivo.
· creare occasioni per ragionare su come ricucire le scissioni sempre
più accentuate della vita urbana, della frattura fra città e natura, fra
produttori e consumatori, fra individui e società.
· consolidare
basi ed esperienze di autogestione e autosufficienza alimentare in
microscala, migliorando le prassi di vita che siano sostenibili e a
basso consumo di petrolio.
· recuperare le specificità del luogo come habitat e nel rapporto con la storia.
· offrire la possibilità di sperimentare forme alternative di economia
basate sulle relazioni, l’autoproduzione, la condivisione, per la
creazione di circuiti di scambio, che non passano necessariamente da un
supermercato.
· recuperare e rivitalizzare aree verdi pubbliche, da
piccoli parchi a semplici aiuole, ricollegando i cittadini al proprio
quartiere, attraverso la presa in cura di beni che sono, e devono
restare, comuni e comunitari.
· creare relazioni con la rete di iniziative simili attive in Italia e In Europa.
Per raggiungere i suoi obiettivi, l'Associazione intende promuovere
varie attività, in particolare: ottenere in gestione zone private e
pubbliche per rederli coltivabili; organizzare incontri, dibattiti,
corsi; produrre documenti cartacei, documentari, materiale di vario
genere informativo.
Premessa
Durante gli ultimi 30 anni le
città si sono espanse determinando forme urbane sparpagliate e in molti
casi anche fusioni fra città confinanti. Un tempo il contado o la fascia
agricola attorno alla città esaltava la differenza tra urbano e rurale
ma oggi è in continua trasformazione, e in molti casi è quasi scomparso.
Mentre avanza la lottizzazione della campagna, sta avvenendo anche un
fenomeno opposto: l’allargamento della domanda sociale di paesaggio,
cioè la richiesta da parte dei cittadini di avere un contatto con una
Natura di fatto sempre più lontana.
In questo panorama, la richiesta
di orti comunali non risponde più ad un bisogno di “ritorno alle
origini”, perché la stragrande maggioranza delle persone non ha più
radici rurali ma cittadine, ma esprime un desiderio profondo di una
nuova socialità e diventa bandiera di un nuovo stile di vita. Gli orti
sono innovativi.
Restituire il paesaggio ai cittadini non è solo
una questione tecnica, legata agli aspetti fisici dei luoghi, ma deve
tenere presente anche degli aspetti sociali.
L’orto oggi non
risponde più alla sola esigenza di produrre verdura fresca ma diventa
luogo ricreativo, socializzante ed anche estetico (basti vedere la
sempre più frequente commistione di verdure e fiori): abbiamo così un
orto polifunzionale.
Finalità
Creare e coltivare il primo
orto comunitario (non diviso in lotti e gestito tramite il metodo del
consenso) di Rovereto per creare occasioni di aggregazione sociale
intergenerazionale per il tempo libero (centro di aggregazione tra
soggetti con finalità e interessi comuni), per creare un luogo di scambi
(di pratiche culturali, di semi, di tradizioni…), per creare un
“paesaggio della memoria” (gran parte della città fino a pochi decenni
fa era campagna) e per aumentare la sensibilità da parte della
cittadinanza verso le questioni ambientali, in particolare sui temi
della agricoltura di prossimità “oil-free” e della biodiversità.
Nessun commento:
Posta un commento