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venerdì 16 marzo 2012

Alcune informazioni sull'associazione

L'Associazione si propone di creare situazioni ed esperienze di “felice convivenza” fra la terra e i suoi abitanti, ricollegando in maniera sostenibile i cittadini e le aree verdi urbane (giardini abbandonati, terreni di risulta, spazi pubblici trascurati...).
Nello specifico l’Associazione si propone i seguenti obiettivi :
· promuovere l'agricivismo a Rovereto, cioè l'utilizzo delle attività agricole in zone urbane per migliorare la vita civica e la qualità ambientale e paesaggistica.
· creare e coltivare orti comunitari nelle aree verdi rimaste libere a Rovereto, come luogo per prendersi cura della terra e delle persone.
· creare luoghi e occasioni per scambiarsi pratiche colturali, sperimentando e divulgando metodi e tecniche in armonia con la terra e con l'uomo.
· esplorare l'idea della cura del bene comune come strada efficace e piacevole per creare le condizioni di un benessere allo stesso temo personale e collettivo.
· creare occasioni per ragionare su come ricucire le scissioni sempre più accentuate della vita urbana, della frattura fra città e natura, fra produttori e consumatori, fra individui e società.
· consolidare basi ed esperienze di autogestione e autosufficienza alimentare in microscala, migliorando le prassi di vita che siano sostenibili e a basso consumo di petrolio.
· recuperare le specificità del luogo come habitat e nel rapporto con la storia.
· offrire la possibilità di sperimentare forme alternative di economia basate sulle relazioni, l’autoproduzione, la condivisione, per la creazione di circuiti di scambio, che non passano necessariamente da un supermercato.
· recuperare e rivitalizzare aree verdi pubbliche, da piccoli parchi a semplici aiuole, ricollegando i cittadini al proprio quartiere, attraverso la presa in cura di beni che sono, e devono restare, comuni e comunitari.
· creare relazioni con la rete di iniziative simili attive in Italia e In Europa.
Per raggiungere i suoi obiettivi, l'Associazione intende promuovere varie attività, in particolare: ottenere in gestione zone private e pubbliche per rederli coltivabili; organizzare incontri, dibattiti, corsi; produrre documenti cartacei, documentari, materiale di vario genere informativo.

Premessa

Durante gli ultimi 30 anni le città si sono espanse determinando forme urbane sparpagliate e in molti casi anche fusioni fra città confinanti. Un tempo il contado o la fascia agricola attorno alla città esaltava la differenza tra urbano e rurale ma oggi è in continua trasformazione, e in molti casi è quasi scomparso.
Mentre avanza la lottizzazione della campagna, sta avvenendo anche un fenomeno opposto: l’allargamento della domanda sociale di paesaggio, cioè la richiesta da parte dei cittadini di avere un contatto con una Natura di fatto sempre più lontana.
In questo panorama, la richiesta di orti comunali non risponde più ad un bisogno di “ritorno alle origini”, perché la stragrande maggioranza delle persone non ha più radici rurali ma cittadine, ma esprime un desiderio profondo di una nuova socialità e diventa bandiera di un nuovo stile di vita. Gli orti sono innovativi.
Restituire il paesaggio ai cittadini non è solo una questione tecnica, legata agli aspetti fisici dei luoghi, ma deve tenere presente anche degli aspetti sociali.
L’orto oggi non risponde più alla sola esigenza di produrre verdura fresca ma diventa luogo ricreativo, socializzante ed anche estetico (basti vedere la sempre più frequente commistione di verdure e fiori): abbiamo così un orto polifunzionale.

Finalità
Creare e coltivare il primo orto comunitario (non diviso in lotti e gestito tramite il metodo del consenso) di Rovereto per creare occasioni di aggregazione sociale intergenerazionale per il tempo libero (centro di aggregazione tra soggetti con finalità e interessi comuni), per creare un luogo di scambi (di pratiche culturali, di semi, di tradizioni…), per creare un “paesaggio della memoria” (gran parte della città fino a pochi decenni fa era campagna) e per aumentare la sensibilità da parte della cittadinanza verso le questioni ambientali, in particolare sui temi della agricoltura di prossimità “oil-free” e della biodiversità.

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